La mafia ordina suicidate Attilio Manca – Presentazione del libro
Sabato 11 marzo – Ore 16.00
Sala della Concordia del Municipio di Fano
con
Lorenzo Baldo, Autore del libro “La mafia ordina: suicidate Attilio Manca” e vicedirettore di Antimafiaduemila
Anna Petrozzi (caporedattore di Antimafiaduemila)
Alessandra Antonelli (coordinatrice e portavoce del gruppo di Ancona e provincia dell’Associazione “Le Agende Rosse”)
Angela Manca (mamma di Attilio)
Avv. Fabio Repici (legale della famiglia Manca).
La morte sospetta di Attilio Manca, affermato urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2004, a soli 34 anni, trovò la morte nella sua casa di Viterbo, città dove operava.
Il suo corpo trovato seminudo e riverso sul letto in una pozza di sangue, con il setto nasale deviato, con gli arti pieni di macchie ematiche e con evidenti segni di iniezioni sul braccio sinistro. L’autopsia che rivelò come la morte fosse sopraggiunta a causa dell’effetto combinato di alcolici, eroina e sedativi.
Da un lato la Procura di Viterbo che ipotizzò il suicidio. Dall’altro i familiari di Attilio, che insieme agli avvocati Antonio Ingroia e Fabio Repici, sin da subito evidenziarono sia le incongruenze della autopsia, sia come le indagini svolte fossero lacunose e non riuscissero a spiegare come mai un medico nel pieno della sua carriera, emotivamente stabile, costantemente lucido sul lavoro, al quale si dedicava anche per 16-18 ore al giorno, potesse essersi suicidato, peraltro iniettandosi droga sul braccio sinistro, lui che era mancino, e senza lasciare alcuna impronta sulle siringhe.
La pista, che in 13 anni si fa strada sempre più (grazie anche alle rivelazioni di diversi collaboratori di giustizia), è quella che la morte di Attilio sia in realtà un omicidio di mafia compiuto per eliminare un testimone scomodo, quel giovane medico che avrebbe operato a Marsiglia Bernardo Provenzano, allora latitante, riconoscendo lui o la deviata rete istituzionale che lo proteggeva
Recentemente la Procura Distrettuale Antimafia di Roma ha aperto, sia pure contro ignoti, un fascicolo per omicidio in relazione al decesso di Attilio Manca, confermando che si ipotizza una morte violenta maturata in ambito mafioso.
L’interesse per il caso di Attilio Manca va tenuto alto, sia per ottenere verità e giustizia dopo 13 anni di depistaggi e insabbiamenti, sia per evitare l’archiviazione del caso, che costituirebbe la seconda morte di Attilio.